5 marzo 2005

RIFORME DI CARTA

COMUNICATO STAMPA
A seguito della riforma Urbani (DPR 173/04), che interpreta il decentramento funzionale del Ministero dei Beni e Attività Culturali, come una sorta di accentramento burocratico,le OOSS hanno inviato due richieste di incontro (il 4 febbraio e 11 febbraio 2005)- finalizzate a conoscere la distribuzione delle risorse del personale sul territorio e le modalità di fruizione del servizio pubblico, alla luce di annunci fatti dallo stesso Ministro, di possibili privatizzazioni, - Inviate alla Direzione Regionale della Lombardia, attualmente senza alcun riscontro,le segreterie regionali diCGIL-FP UIL-BAC UNSA-SNABCA RDB-BENI CULTURALI hanno indetto
PER IL GIORNO 23 FEBBRAIO 2005 DUE ORE DI ASSEMBLEA DI TUTTO IL PERSONALE DALLE ORE 12.30 ALLE ORE 14.30CONTEMPORANEAMENTE IN TUTTI GLI ISTITUTI DELLA LOMBARDIACON CHIUSURA DI TUTTI I SITI APERTI AL PUBBLICO:Cenacolo Vinciano e Pinacoteca di Brera a Milano, Palazzo Ducale di Mantova, Rocca Scaligera e Grotte di Catullo a Sirmione, Villa Romana di Desenzano, Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico di Milano e di Mantova, Beni Architettonici e del Paesaggio di Milano e Brescia. Iniziativa di informazione alla Soprintendenza Archeologica di Milano.Le assemblee sono indette per discutere con i lavoratori delle scelte di gestione della Direzione regionale della Lombardia, delle ripercussioni sui singoli Istituti e delle difficoltà a veder garantite corrette relazioni sindacali.Si deve subito dire che il problema di origine delle Direzioni Regionali (sin dalla riforma Melandri ed oggi, con i provvedimenti a firma Urbani) sta nel fatto che non si è previsto un organico specifico per tali uffici.
Il personale delle Direzioni Regionali può provenire solo da due canali:
a) trasferimento dalle Soprintendenze di settore, cronicamente sottoorganico (al Nord);
b) tramite mobilità da altri enti pubblici, naturalmente a titolo oneroso.
In teoria, le Direzioni Regionali dovrebbero acquisire competenze, prima in capo alle Soprintendenze di settore; in realtà, tali Direzioni hanno ereditato molte competenze prima attribuite alle Direzioni Generali del Ministero (che tuttavia ancora permangono).Inoltre i provvedimenti in capo alla Direzione Regionale necessitano di una specifica istruttoria completamente scaricata sulle Soprintendenze di settore, per il semplice motivo che sono comunque gli Uffici che operano a diretto contatto con il territorio.
E’ innegabile che il doppio passaggio tra le Direzioni Regionali e gli Uffici centrali del Ministero comporta un rilevante appesantimento delle procedure a tutto discapito dell’efficacia dell’azione di tutela.In realtà l’intervista al Ministro Urbani, pubblicata sull’inserto culturale del “Sole 24 ore” del 19/9/2004, rivela le reali motivazioni della riforma: il Ministro parla di “Satrapia” (le Soprintendenze di settore) che devono essere messe sotto il controllo gerarchico.
Una Soprintendenza che si trova ad operare nelle condizioni di grave carenze di organico e con i tagli alle spese di funzionamento che superano il 40% di quelle riferite all’anno precedente, non può certo ambire a diventare una Satrapia o un Califfato.
Le vere Satrapie sono quegli interessi sul territorio che hanno tutto da guadagnare da un apparato di tutela immobilizzato, con poche risorse e consumato da una dialettica interna, prodotta da non appropriate riforme.
Tutto sommato la riforma in Lombardia parte col piede sbagliato.
CGIL UIL UNSA-SNABCA RDB