24 febbraio 2008

APPELLO PER IL PAESAGGIO (da patrimonio sos)



19 febbraio 2008, Corriere della Sera

Agli Onorevoli Signori Senatori
Agli Onorevoli Signori Deputati
Ai Presidenti delle Regioni Italiane

Signore e Signori Senatori, Deputati, Presidenti,
la devastazione del Paesaggio Italiano è sotto agli occhi di tutti. E chi lo nega mente sapendo di mentire.

Quando un così illustre malato è così grave è indispensabile che qualsiasi forza dello Stato dia il suo contributo in una coralità di intenti e di sforzi che, sola, può dare i risultati che la drammatica situazione richiede.
E’ un compito che, con lapidea chiarezza, la nostra Costituzione pone fra i primi della nostra Repubblica!
E’ dunque inevitabile che anche lo Stato – a fianco degli Enti locali e con collegiale condivisione di intenti – torni a fare la sua parte, in ciò rispondendo alla sentenza 367 del 2007 della Corte Costituzionale: con buona pace di chi la vuol ignorare essa ribadisce che la tutela del Paesaggio costituisce un valore primario e assoluto che rientra nella competenza ESCLUSIVA dello Stato, precedendo e limitando il governo del territorio affidato anche agli Enti locali.
Anche ma non solo! Troppo chiara per equivocare e per opporvisi, così come alcune forze locali stanno facendo in questi giorni!

Il Consiglio dei Ministri, condividendo il forte impegno in tal senso profuso dal Ministro Rutelli, ha approvato all’unanimità il 25 gennaio 2008 un testo di riforma del Codice dei Beni Culturali che integra, migliorandolo, quello voluto dall’allora Ministro Urbani e che propone tra l’altro:
- una revisione dei meccanismi di delega e subdelega della tutela del paesaggio agli Enti locali
- la necessità di un parere previo e vincolante del Soprintendente sulle pianificazioni urbanistiche in paesaggi vincolati e sulle autorizzazioni
- un rinnovato potere del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di introdurre vincoli paesaggistici autonomamente dalle Regioni
Signore e Signori Senatori, Deputati, Presidenti, se l’iter legislativo non si conclude prima delle elezioni perderemo un’occasione storica per dimostrare a noi stessi e al mondo che il “modello Monticchiello” NON è quello che il nostro meraviglioso Paese persegue per la gestione del proprio paesaggio.
E’ una responsabilità epocale che coinvolge e deve coinvolgere ogni organismo della Repubblica: Menenio Agrippa docet.

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