3 aprile 2008

Onore al merito

Riceviamo e pubblichiamo la presa di posizione della DIRSTAT sul tema delle nomine.

Il Ministero per i Beni culturali e ambientali si sta riorganizzando per la quinta volta dal 1975 (quattro volte nel decennio 1998- 2008, quindi in media una riorganizzazione ogni due anni e mezzo).
Via via che il Ministero si riorganizza aumentano le sue direzioni generali e/o gli uffici retribuiti come Direzioni generali.
Guardando il sito dello stesso Ministero sembra che attualmente le direzioni generali( e/o gli uffici retribuiti come Direzioni generali) siano ben 44.
Se non andiamo errati ognuno di questi uffici è retribuito circa 136.000 euro l’anno.
A queste Direzioni generali concorrono i più “bravi” che le ottengono. Anzi la bravura è proprio risultante dal dato oggettivo dell’ottenimento dell’ufficio.
I criteri, poi, con cui un ufficio viene considerato di livello dirigenziale generale appaiono misteriosi.
Altrettanto misteriosi appaiono i criteri con cui un ufficio di livello non dirigenziale è considerato di prima o di seconda posizione.
Altrettanto misterioso appare il criterio per cui una direzione generale dirige e coordina solo uffici anch’essi di livello generale e/o così retribuiti.
Su tutti poi incombe il disastro amministrativo per cui le risorse indispensabili a far funzionare gli ufficetti di livello non generale e di seconda posizione, in massima parte archivietti e bibliotechine e soprintenducce utilizzate solo dai cittadini che hanno il vizio di voler continuare a leggere, a studiare, a visitare e a passeggiare fra edifici antichi non fatiscenti e ben tenuti, mancano e, se anche ci sono, non sono amministrabili per via della progressiva scomparsa dei ragionieri e del personale amministrativo.
Eppure sono questi ufficetti, crediamo, il front office dei nostri beni culturali e questi ufficietti meriterebbero di essere governati in modo attento da capi che conoscano le persone per nome e cognome con la loro storia antica e recente. Non come numeri.
Quindi onore al merito dei tanti dirigenti che sono stati, in questi giorni di rinnovi contrattuali, trattati come nessun altro viene trattato nel nostro Ministero.
Che non hanno ricevuto dai loro capi, diretti e indiretti, vecchi e nuovi, passati e futuri, politici e amministrativi, nemmeno una telefonata, nemmeno un personale biglietto da visita.
Un’informazione, una congratulazione, una personale nota di rammarico e di vicinanza.
Una richiesta di collaborazione o di consiglio.
Ci sono cose che non costano niente e che creano una squadra.
Cose che sopporti meglio se sei partecipe della decisione e ne comprendi lo scopo finale per il bene di tutti.
Scelte che assecondi se sono accompagnate da una spiegazione e in spirito di colleganza.
Un grazie per quello che hai fatto, una parola per quello che farai, il bisogno di conoscerti per quello che sei e che puoi o potresti fare fanno parte della stoffa vera dei capi e di chi dirige.
Nonostante le 44 dirigenze generali il Ministero per i Beni Culturali è, però, un Ministero distratto, privo di cultura dirigenziale.
Un Ministero in cui ogni tanto qualcuno si dà una manata sulla fronte e pone rimedio con una riorganizzazione ad una supposta dimenticanza .
Facendolo per lo più senza stile e senza cultura nonostante si trovi ad amministrare uno dei più importanti patrimoni culturali del mondo.

Il Direttore di Riforma amministrativa
Maria Concetta Petrollo Pagliarani

altre notizie su: http://www.dirstat.it/index.php

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