26 febbraio 2009

DURA PRESA DI POSIZIONE DELLA UILBAC


ANSA (SPE) - 25/02/2009 - 19.07.00
BENI CULTURALI: LA MOZIONE VOTATA DAL CONSIGLIO SUPERIORE ZCZC0551/SXB WIC30223 R SPE S0B QBXB BENI CULTURALI: LA MOZIONE VOTATA DAL CONSIGLIO SUPERIORE (ANSA) - ROMA, 25 FEB - Le dimissioni del presidente del consiglio superiore dei beni culturali Salvatore Settis ''non vanno lette come una risposta a Bondi, bensi' come una risposta alla politica per la cultura del governo. Lo dice il segretario generale della Uil Gianfranco Cerasoli, che e' tra gli esponenti del consiglio, sottolineando che oggi ''la maggioranza dei consiglieri aveva in tasca la lettera di dimissioni''. Poi pero' in consiglio e' prevalsa la linea di sottoscrivere una mozione di solidarieta' per Settis, votata da tutti i presenti (alla riunione mancavano soltanto Antonio Paolucci e Andrea Emiliani che si e' dimesso ieri), con la sola eccezione di Paolo Portoghesi, che non ha votato, secondo quanto si e' appreso, non perche' in disaccordo con la solidarieta' al presidente dimissionario ma perche' voleva un confronto immediato con il ministro Bondi. Questo il testo della mozione votata dai consiglieri: ''Il Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici nella seduta del 25 febbraio 2009 esprime la sua piena e convinta solidarieta' al Prof Salvatore Settis a fronte di una ingiustificata e incomprensibile presa di posizione del Ministro rispetto a dichiarazioni pubbliche del Presidente del Consiglio Superiore , non solo legittime, ma doverose e quindi condivise da tutto il Consiglio rispetto ad una incontrovertibile situazione di grave difficolta' in cui versa oggi la tutela del patrimonio culturale italiano''. (ANSA). LB 25-FEB-09 19:01 NNN



COORDINAMENTO NAZIONALE UIL BENI E ATTIVITA’ CULTURALI
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DICHIARAZIONE STAMPA
DI GIANFRANCO CERASOLI SEGRETARIO GENERALE UIL BENI E ATTIVITA’ CULTURALI

LE DIMISSIONI DI SETTIS APRONO IL VERO PROBLEMA SU COSA VUOLE FARE L’ITALIA DEI BENI E ATTIVITA’ CULTURALI .

Le dimissioni di Settis non vanno lette come una risposta data al Ministro Bondi ma vanno lette , ed in questo l’intero Consiglio Superiore ne è da sempre consapevole, su cosa vuole fare il Governo, la politica, quella con la A maiuscola dei beni e le attività culturali del nostro paese.
Pertanto, oggi a partire dal sottoscritto , la maggioranza dei Consiglieri aveva pronta la lettera di dimissioni ma abbiamo assunto la decisione all’unanimità ( eccetto Portoghesi ) di esprimere solidarietà e condivisione della posizione espressa dal Prof S Settis ma allo stesso di sospendere la seduta poiché qui non sono in gioco le sorti di due persone quali appunto Settis e Bondi bensi il futuro della cultura Italiana che con le scelte del Governo rischia di essere smantellata non tra anni ma nei prossimi mesi.
Tra l’altro il tentativo, grave di immaginare che un Presidente del Consiglio Superiore nonché gli stessi componenti , che rappresentato un organismo tecnico, non subordinato alla struttura ministeriale ne tantomeno alla Politca debbano essere silenti, rispetto alla drammaticità della situazione significherebbe togliere il diritto alla libertà di parola e di espressione a cui nessuno intende rinunciare.
Ora si pone il problema di discutere delle dimissioni di Settis e di ciò che rappresentano in un dibattito pubblico aperto a tutti richiamando le responsabilità di Bondi che ha determinato questa grave crisi.

Roma 25 febbraio 2009
Gianfranco Cerasoli
Segretario Generale

Mozione votata all’unanimità
Il Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici nella seduta del 25 febbraio 2009 esprime la sua piena e convinta soldarietà al Prof Salvatore Settis a fronte di una ingiustificata e incomprensibile presa di posizione del Ministro rispetto a dichiarazioni pubbliche del Presidente del Consiglio Superiore , non solo legittime , ma doverose e quindi condivise da tutto il Consiglio rispetto ad una incontrovertibile situazione di grave difficoltà in cui versa oggi la tutela del patrimonio culturale italiano.

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DURISSIMO SCONTRO SUL COMMISSARIAMENTO

L'aspro scontro in atto sull'incomprensibile ed incredibile commissariamento della soprintendenza archeologica di Roma e di Ostia Antica lascia interdetto chiunque.
Le contestazioni all'operazione, le proteste dei sindacati e del personale cadono nel vuoto, nessuno si degna di rispondere, ne l'apparato dirigenziale del ministero ne quello politico.
Al contrario la durezza delle risposte del Ministro Biondi, sono indirizzate solo alle critiche del Prof. Settis e sono un motivo sufficiente di preoccupazione, che possa non trattarsi solo di un confronto culturale, come da molte parti sostenuto?
Che dietro a tutto ciò sia in atto uno scontro di importanti interessi economici per la gestione del patrimonio culturale italiano? Che qualcuno confonda il concetto della valorizzazione del bene culturale come mercificazione? Che sia in atto una scrematura, una divisone del patrimonio culturale e dei siti per trasformare la riforma del Ministero in una nuova operazione Alitalia?

Segretario Generale
Arch. Danilo De Girolamo



GLI ARTICOLI DI SEGUITO RIPORTATI DAL SITO SOSPATRIMONIO
http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=45657

CARO SETTIS, IL SUO SENSAZIONALISMO NON AIUTA I MUSEI
Sandro Bondi*
il giornale 23/02/2009

Intervento Caro Settis, il suo sensazionalismo non aiuta i musei


Il professor Salvatore Settis continua a dispiegare le sue molteplici doti. Archeologo di chiara fama, accademico dei Lincei, presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali, polemista di riferimento del Gruppo La Repubblica-Espresso, mostra ancora una volta di prediligere la denuncia a mezzo stampa anziché il sobrio operare a servizio delle istituzioni. L`ultima intervista al settimanale L`Espresso rispecchia, infatti, non solo l`ubiquità in cui versano alcuni dei nostri migliori studiosi, dimidiati come sono tra il richiamo irresponsabile della ribalta e l`esigenza di rigore proprio all`opera, ma purtroppo anche la disfunzione che affligge gran parte del personale tecnico del ministero dei beni culturali.

Il professor Settis spara a zero contro «la malagestionee» dei nostri musei e del patrimonio storico artistico nazionale, denuncia i tagli di oltre un miliardo imposti dalla finanziaria triennale, e lamenta il clima di generale frustrazione che a dir suo si respira al Collegio Romano. Stupisce veder cadere nella rete del sensazionalismo medìatìco uno studioso tanto autorevole e stimato da esser stato più volte riconfermato a capo del massimo organo consultivo del ministero. Se avesse voluto cercare un espediente per rassegnare le dimissioni il professor Settis non ne avrebbe potuto trovare uno migliore. Ma tant`è.
Il dissenso di fondo che sembra oppone Settis ai vertici del ministero, di cui egli stesso fa parte, riguarda la valorizzazione e la tutela dei beni culturali, le due missioni istitutive dello stesso ministero sin dall`epoca della sua creazione a metà degli anni Settanta, ora, io considero mia precipua missione valorizzare il patrimonio dei beni culturali attraverso una gestione più razionale ed efficace rispetto a quella tradizionale, dando spazio a figure nuove, con specifiche competenze manageriali, in grado per esempio di leggere un bilancio, di stilare un programma finanziario, o di elaborare un piano costí-benefici. Di conseguenza, ritengo che ai soprintendenti, e cioè ai ruoli tecnici del ministero, reclutati con severi concorsi e invidiati da tutto il mondo, spettino i soli compiti di tutela.

A questo fine abbiamo approvato un nuovo regolamento, ora all`esame del Consiglio dì Stato, che prevede una razionalizzazione delle direzione centrali e periferiche del ministero, e la creazione di una nuova direzione per la valorizzazione del patrimonio che verrà affidata, dopo l`entrata in vigore del regolamento di attuazione, a un manager di chiara fama come Mario Resca.
Il professor Settis avrebbe auspicato una personalità con specifiche competenze in fatto di management culturale. E votando contro il nuovo regolamento del ministero ha chiesto e ottenuto che i compiti di valorizzazione e tutela non fossero confusi. Eppure, adesso, anziché inforcare la polemica sulla stampa di opposizione, un tecnico come lui, responsabile del principale organo consultivo del ministro, avrebbe potuto investire meglio il suo tempo elaborando una serie di misure urgenti per ovviare la «malagestione» che egli stesso denuncia: e cioè ridefiníre i criteri di selezione dei nostri soprintendenti e prima ancora ridisegnare gli stessi criteri di formazione del personale tecnico del ministero, attraverso accordi da siglare ad hoc con le università italiane, come la Bocconi ma anche straniere come il Bard College, che da tempo dedicano corsi e risorse al management culturale.

I nostri tremila musei, le nostre aree archeologiche sono infatti in mano a studiosi ferrati, esperti di chiarissima fama, specialisti incontestabili, ma versano spesso in uno stato lamentevole e languono nelle classifiche per numero di visitatori al di sotto delle prime venti istituzioni mondiali, pur essendo il nostro il patrimonio più ingente del mondo. Pompei, per esempio, è da anni sotto la direzione di Pietro Guzzo, uno dei massimi esperti di archeologia romana.
Ma lo stato di abbandono denunciato dagli organi di stampa, le molte disfunzioni che colpiscono i turisti in quella che resta una delle aree socialmente píù sensibili del paese, ha reso necessario il ricorso a specifiche capacità organizzative e manageriali, come del resto gli stessi Fori Romani. Collaborare alla guida del ministero, lavorare per le istituzioni, non contro; sarebbe già un passo avanti per rinnovare e migliorare la nostra missione comune. `
Ministro per i Beni Culturali


SETTIS SI DIMETTE In polemica con Bondi se ne andranno altri membri del Consiglio superiore
FRANCESCO ERBANI
LA REPUBBLICA, 24 FEBBRAIO 2009


Un duro contrasto per la nomina di Mario Resca. Ma anche per i prestiti di Leonardo e per il commissariamento dell´area archeologica di Roma


Il braccio di ferro fra Sandro Bondi e Salvatore Settis ha raggiunto il suo apice. Domani si riunisce il Consiglio superiore dei Beni culturali e ai diciotto suoi membri Settis, che del Consiglio è il presidente, leggerà una lettera di dimissioni.

Molto motivata e molto dura, si sente dire. Ma non sarà solo il direttore della Normale di Pisa, storico dell´arte antica e dell´archeologia, ad andarsene. Dalle indiscrezioni che filtrano saranno almeno in quattro, forse in sei a lasciare l´incarico. E a quel punto non si sa quale sarà la sorte del principale organo di consulenza del ministero.

Nel frattempo tornano insistenti le voci che vorrebbero lo stesso Bondi in partenza dal ministero. Lo attende l´incarico di coordinatore del Pdl. Al suo posto si insedierebbe Gaetano Quagliariello, attualmente vicepresidente dei senatori del centrodestra, il quale rinnoverebbe anche molto del personale che affianca Bondi.

Ma fintanto che è al Collegio Romano, Bondi sfodera la sciabola. Il ministro ha reagito con durezza alle ultime dichiarazioni di Settis (una lunga intervista a L´espresso di venerdì, alla quale il titolare del dicastero ha replicato con un articolo sul Giornale). Lo scontro ha però radici antiche, il dissenso sulle linee di conduzione del ministero si è fatto più marcato con il passare del tempo. Qualche volta si è composto, ma ora sembra che non sia più possibile.

«Se avesse voluto cercare un espediente per rassegnare le dimissioni», ha scritto il ministro, «il professor Settis non ne avrebbe potuto trovare uno migliore». E quale sarebbe l´espediente? Il sensazionalismo mediatico, l´aver espresso ai giornali le sue critiche. Peggio ancora, secondo il ministro, se si tratta di «stampa di opposizione».

È proprio questo uno dei motivi della rottura. Settis non accetta di mettere il bavaglio. E così come è stato nel luglio scorso, quando denunciò il taglio di oltre un miliardo di euro nei bilanci già dissestati del ministero (il sottosegretario Francesco Giro di fatto lo licenziò, ma poi fu recuperata un´intesa con il ministro), anche stavolta il direttore della Normale non rinuncia a contestare le iniziative più discusse del ministero. Forte del fatto di essere presidente di un organo di consulenza e non un dirigente del ministero, soggetto a vincoli burocratici.

Un duro contrasto si è manifestato con la nomina a direttore generale di Mario Resca, ex amministratore delegato della McDonald´s, al quale Bondi aveva in un primo tempo affidato poteri straordinari sulla gestione dei musei, sulle mostre, sconfinando persino nel campo della tutela.

La reazione di tutte le associazioni di salvaguardia, la raccolta di migliaia di firme e una bocciatura netta da parte di tutto il Consiglio superiore, presieduto da Settis, indussero Bondi a una mezza marcia indietro, giudicata insoddisfacente da molti: Resca, che non aveva nessuna competenza in fatto di management culturale, si sarebbe occupato solo della valorizzazione (ma la nomina ancora non è formalizzata).

Settis e il Consiglio non avevano taciuto il loro dissenso nei confronti della scelta, per esempio, di prestare a un museo del Nevada alcuni disegni di Leonardo, un´iniziativa fortemente sostenuta da Alain Elkann, consulente di Bondi, ma osteggiata dalla direttrice della Biblioteca reale di Torino che quei disegni custodiva.

Anche la decisione di commissariare l´area archeologica romana ha incontrato le perplessità di Settis, oltre che l´opposizione dura di tutti i funzionari delle soprintendenze di Roma e di Ostia e di quattromila fra professori universitari e studiosi italiani e stranieri.


Tutte queste e altre iniziative del ministero andavano nella direzione, agli occhi di Settis, di un progressivo svuotamento delle soprintendenze, per altro verso lasciate a languire, indebolite e delegittimate.

Nel giro di pochi anni da quegli uffici andranno via molti funzionari che non verranno sostituiti. Già nei prossimi mesi resteranno scoperti alcuni fra i principali posti di soprintendente.

È difficilissimo apporre dei vincoli di tutela e alcuni soprintendenti temono di non essere appoggiati dai vertici del ministero, anzi si sentono sempre in bilico, minacciati di trasferimento.
In questa situazione ai limiti del collasso, sono stati istituiti commissari, i cui compiti sono ancora incerti.
A Pompei il commissario Renato Profili non ha fondi propri, ma attinge a quelli ordinari della Soprintendenza.
A Roma, dai Fori al Palatino, dai Mercati Traianei a Ostia, non è chiaro di che cosa si occuperà Guido Bertolaso, responsabile della Protezione civile. Ma che sia quest´ultima struttura quella che, agli occhi di chi dirige il ministero, fornisce maggiori garanzie lo prova il bando lanciato dal commissario a Pompei per assumere, anche con compiti di custode, volontari della Protezione civile.

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