2 aprile 2009

LAVORARE DI PIU' ..... ma se lo Stato non paga gli straordinari dagli anni '90


Il Sindacato Autonomo dei Professionisti Statali USPPI-TECSTATMINISTERI scrive al Ministro On Bondi.


All’On. Sandro Bondi
Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Via del Collegio Romano, 27
00100 Roma

e, p.c. al Prof. Giuseppe Proietti, Segretario Generale
del Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Via del Collegio Romano, 27
00100 Roma


Oggetto: Pagamento delle parcelle professionali per i collaudatori.


Signor Ministro, ci rivolgiamo a Lei per sanare una gravissima ingiustizia perpetrata nei confronti degli ingegneri, architetti e geometri che, oltre alla normale attività d’istituto, esercitano le proprie competenze professionali nell’esecuzioni di collaudi per conto ed incarico dell’amministrazione.
Tale attività di “collaudo” o di “regolare esecuzione” all’interno della propria stazione appaltante, veniva parzialmente incentivata da una frazione del famoso 2% della Merloni, ormai ridotto allo 0,5% a seguito del provvedimento legislativo attuato dal Governo di cui Lei è autorevole membro, rendendolo assolutamente irrisorio, transeat.
Mentre per quanto concerne i collaudi al di fuori della stazione appaltante, così come avviene per altre amministrazioni, il collaudo va remunerato a parcella professionale secondo le modalità di legge.
Il Ministero nel tentativo di essere “più realista del Re” nel 2004 ha emanato una circolare a firma dell’arch. Roberto Cecchi, con la quale si sosteneva che il Ministero per i beni e le attività culturali doveva intendersi come un’unica stazione appaltante, questa interpretazione capziosa è stata da noi impugnata e depositata il 12/05/2004 presso il TAR Lazio con n. 4832/2004 per “ANNULLAMENTO CIRCOLARE N. 20/04: ART. 188 CO. 3 E ART. 210 CO. 1 E 2 DPR 554/99 - COMPENSI SPETTANTI AI PROFESSIONISTI PUBBLICI DIPENDENTI INCARICATI DI ESEGUIRE OPERAZIONI DI COLLAUDO”.
Tra la data di deposito del ricorso e quella della discussione dell’udienza cautelare, il Ministero dava corso alle procedure di riorganizzazione interna, sfociate nel d.p.r. n. 173/2004.
Con questo regolamento, è stato sancito che il Ministero non è un’unica stazione appaltante, ma è diviso in tante stazioni appaltanti per quante sono le Direzioni Regionali (e, verrebbe da aggiungere, per quante sono le istituzioni indipendenti dalle direzioni regionali, ad es.: l’Istituto Centrale per la Demoetnoantrologia).
In sostanza, da una stazione appaltante si è passati a tante stazioni appaltanti, una per ogni Direzione Regionale.
A seguito del d.p.r. n. 173/2004, la scrivente organizzazione sindacale ha provveduto a presentare al TAR lazio in data 26 ottobre 2004 una “dichiarazione del ricorrente” per chiedere che il ricorso venisse ovviamente dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza d’interesse.
Il TAR ha ritenuto corretta la nostra interpretazione e, di conseguenza, ha dichiarato (subito) l’improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, con integrale compensazione delle spese di giudizio.
Poiché il Ministero non ha impugnato questo decreto al TAR, appare del tutto evidente che ogni qual volta un professionista dipendente viene incaricato di svolgere un’attività professionale di collaudo al di fuori della Direzione Regionale di appartenenza deve essere retribuito a parcella, secondo le modalità previste dalla normativa.
Ciò nonostante, i colleghi non riescono a far valere i propri diritti, per la costante pervicace determinazione di alcuni apparati amministrativi a non riconoscere il dovuto, atteggiamento che non può essere ancora tollerato a distanza di 5 anni dalla determina del TAR di cui sopra.
È per quanto sopra rappresentato che siamo costretti a rivolgerci a Lei, affinché voglia invitare gli uffici e le Direzioni preposte ad emanare un’apposita circolare esplicativa, che chiarisca una volta per tutte, il diritto al giusto compenso degli ingegneri, architetti e geometri del Suo Ministero.

Architetto Danilo De Girolamo
Segretario Generale


Roma, 21 marzo 2004

Etichette: , , , ,