21 marzo 2009

ADDIO COMPETENZE PROFESSIONALI

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGNALAZIONE DEL COLLEGA CHE EVIDENZIA L'ENNESIMA E GRAVISSIMA SITUAZIONE PER LA QUALE SARA' NECESSARIO INTRAPRENDERE DELLE FORTI INIZIATIVE DOPO UNA ATTENTA E APPROFONDITA VALUTAZIONE.

INVITIAMO I COLLEGHI ARCHITETTI, INGEGNERI GEOMETRI HA INVIARE LE LORO CONSIDERAZIONI IN MERITO A QUANTO SEGNALATO, ANALOGO INVITO VERRA' RIVOLTO ALLE OOSS PIU' RAPPRESENTATIVE.

IL SEGRETARIO GENERALE

ARCH. DANILO DE GIROLAMO



RIQUALIFICAZIONE – ENNESIMO ATTO
ACCORDI NAZIONALI DEL 13 MARZO 2009

“Pane e libertà”, così titolava la fiction trasmessa da Raiuno dedicata a Giuseppe Di Vittorio: oltre 5 milioni di telespettatori con il 23% di share che in gergo significa (dicono gli esperti di comunicazione) un grande successo per il genere.
Persona fra gli esponenti più autorevoli della storia del sindacato italiano del dopoguerra, la cui parabola biografica ben si coniuga con i grandi processi di trasformazione economica e politica dell’Italia nei primi anni cinquanta del Novecento, bracciante poverissimo e autodidatta, protagonista della rinascita del sindacato libero e democratico, Segretario Generale della CGIL tra il 1944 e il 1948, aveva quale principio ispiratore l’affermazione del “valore sociale e culturale del lavoro” e tra i suoi obiettivi l’autonomia, la democrazia e l’unità del sindacato nonché una disposizione rigorosamente pluralistica e apartitica.

Sentivo il dovere di tale premessa prima di introdurre l’odierno ragionamento che, senza nasconderlo, è anche di interesse personale ed è rivolto ai tutti i colleghi architetti (ex area C e quelli in attesa di andarci?); mi scuso, quindi, con tutti gli altri colleghi che non saranno interessati ai quali rivolgo cortese comprensione.

Il 13 marzo 2009 sono stati sottoscritti gli Accordi Nazionali tra l’Amministrazione e le OO.SS. che hanno riguardato, in particolare, l’individuazione dei profili professionali della terza area (ex C) con relative declaratorie dei profili professionali di “FUNZIONARIO PER LE TECNOLOGIE” e “FUNZIONARIO DIAGNOSTA”, ex CAPOTECNICI.
Per quanto riguarda il testo integrale dell’accordo rimando alla circolare n. 81 del 16 marzo 2009, in questa “finestra” voglio, invece, porre in evidenza alcuni aspetti che ritengo estremamente significativi.

Nell’individuare i citati profili, si è tenuto innegabilmente conto delle giuste aspettative del personale che non aveva finora visto la possibilità di partecipare ai processi di riqualificazione, quindi, nulla osta in tal senso.
Tuttavia, mi sia permesso di recriminare sulle competenze e la connotazione dei nuovi profili approvati che, sebbene in taluni casi vengono presentate, precedute ed intrise dalle paroline magiche tipo “collaborazione,

coopera, analizza”, nell’ambito dell’Amministrazione e della normativa sui beni culturali, per contratto possono svolgere attività quali:
“progettare, dirigere, collaudare, gestire la tutela paesaggistica, esaminare progetti di consolidamento presentati da terzi con verifica della congruità e della corretta esecuzione dei relativi lavori, verificare il rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro e redigere il piano di sicurezza con responsabilità diretta, consulente tecnico, perito, arbitro”.
PER TUTTI QUESTI COLLEGHI DA RIQUALIFICARE NEI SUDDETTI PROFILI, NON SARA’ NECESSARIO POSSEDERE LA LAUREA, L’ABILITAZIONE O L’ISCRIZIONE AGLI ORDINI PROFESSIONALI, MENTRE PER L’ACCESSO DALL’ESTERNO E’ INDISPENSABILE POSSEDERE LA LAUREA SPECIALISTICA.

Bene, appare fin troppo evidente che l’Amministrazione e le OO.SS. firmatarie, hanno perpetrato l’ennesimo, specioso, seducente inciucio; infatti, se, come detto, non deve mettersi in discussione l’opportunità di garantire la possibilità di riqualificarsi ai dipendenti e colleghi finora esclusi dai processi di riqualificazione, non può non rilevarsi l’assurdità del percorso scelto per la definizione delle competenze che, ricalcano spudoratamente e senza vergogna quelle attinenti a profili di architetto, ingegnere, ecc., la cui formazione professionale è data, appunto, da titoli specialistici e iscrizione ad albi professionali.
Allo stato delle cose, credo che, forse, sarebbe il caso di proporre alle parti firmatarie medesime di destinare parte del F.U.A. (utilizzato naturalmente anche per tali riqualificazioni) per dare incarico alla N.A.S.A. (l’ente spaziale americano) oppure, se si vuole risparmiare qualcosina, data la fama di spendaccioni degli americani, all’E.S.A. (ente spaziale europeo) per predisporre uno studio appropriato al fine di potere meglio individuare o, come direbbero i soggetti firmatari sopra citati, meglio delineare e connotare, il profilo professionale degli architetti.

Per concludere, mi sembrava, quindi, giusto il richiamo iniziale a taluni principi ispiratori sul “valore sociale e culturale del lavoro” di uomini come Giuseppe Di Vittorio, uomini d’altri tempi e, certamente, sempre più rari a trovarsi ai giorni nostri, che hanno fatto dell’onestà, della trasparenza e dell’imparzialità il proprio motivo di esistenza.
Sergio MAZZA
20.03.2009

P.S. A proposito di professionalità: leggevo alcune frasi riportate in un recente comunicato di un autorevolissimo Signore rappresentante i lavoratori dove EGLI afferma che “il nome tecnico non connota una professionalità quanto piuttosto una capacità”. L’intenzione, lodevole, ai fini di “sostanziare” meglio i nuovi profili e differirli così dalla figura dell’architetto, ed anche dal pianificatore del paesaggio (sempre architetto), contrasta un pochino con la lingua italiana che, in questo caso, accomuna nello stesso significato le due parole.

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